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La nostra politica di protezione dei dati personali

La nostra associazione è Titolare del trattamento dei dati personali di soggetti terzi (“interessati”) che trattiamo nell’esecuzione di iniziative di “valore umanitario”.

Ci assumiamo quindi responsabilità etiche e legali nei confronti di coloro che partecipano alle nostre iniziative come previsto dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (conosciuto anche come regolamento generale sulla protezione dei dati – GDPR).

Chiediamo pertanto a tutti i dipendenti, collaboratori e fornitori di essere consapevoli della importanza ed attenzione che dedichiamo alla riservatezza delle informazioni che trattiamo.

Trattare i dati personali di soggetti terzi presenta dei pericoli. Si può rischiare di perdere la disponibilità, l’integrità e la confidenzialità dei dati e questo può avere impatti anche significativi sui diritti e le libertà fondamentali degli interessati. Le violazioni del GDPR espongono a pesanti sanzioni amministrative e reputazionali. Nel trattamento dei dati personali chiediamo a tutti i nostri dipendenti, collaboratori e fornitori di attenersi ai seguenti indirizzi di fondo:

  1. Trattare i dati personali secondo principi di liceità, correttezza e trasparenza; non effettuare trattamenti per finalità che non rientrano strettamente nei tuoi compiti e al di fuori delle istruzioni che ti sono state impartite; non comunicare i dati a soggetti non autorizzati a riceverli;
  2. Assicurarsi che i dati personali siano adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati («minimizzazione dei dati»);
  3. Assicurarsi che i dati personali siano esatti e, se necessario, aggiornati; adottare tutte le misure ragionevoli per cancellare o rettificare tempestivamente i dati inesatti rispetto alle finalità per le quali sono trattati («esattezza»);
  4. Conservare i dati personali in una forma che consenta l’identificazione degli interessati per un arco di tempo non superiore al conseguimento delle finalità per le quali sono trattati;
  5. Trattare i dati personali in maniera da garantire un’adeguata sicurezza dei dati stessi, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative (“controlli operativi”) adeguate, da trattamenti non autorizzati o illeciti e dalla perdita, dalla distruzione o dal danno accidentali («integrità e riservatezza»). Adottare scrupolosamente tutte i controlli organizzativi, fisico ambientali e di Information Technology secondo le specifiche istruzioni che ti sono impartite in merito sotto forma di politiche, procedure, piani di formazione e sensibilizzazione, etc.

Chiunque dovesse ravvisare dei punti deboli nei trattamenti svolti (“vulnerabilità”), delle violazioni della presente politica o degli incidenti che portino alla perdita di disponibilità, integrità e riservatezza dei dati personali trattati, è pregato di comunicarlo immediatamente al Titolare del Trattamento.

Ringraziamo tutti per la collaborazione. Per ogni necessità di informazione e supporto in merito alle tematiche trattate potete far diretto riferimento al Titolare del Trattamento al seguente indirizzo di posta elettronica italia@sosmediterranee.org.

Il Titolare del Trattamento dei dati personali

Privacy Policy

Grazie per dedicare qualche minuto alla consultazione di questa sezione del nostro sito Web. La tua privacy è molto importante per SOS Mediterranee e per tutelarla al meglio, ti forniamo queste note in cui troverai indicazioni sul tipo di informazioni raccolte online e sulle varie possibilità che hai di intervenire nella raccolta e nell’utilizzo di tali informazioni nel sito.

Si tratta di un’informativa che è resa ai sensi dell’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679 a coloro che interagiscono con i servizi che eroghiamo per via telematica a partire dall’indirizzo: http://sosmediterranee.it corrispondente alla pagina ufficiale della nostra organizzazione.

L’informativa è resa solo per il sito di SOS Mediterranee e non anche per altri siti Web eventualmente consultati dall’utente tramite link.

La presente Informativa sulla privacy fornirà, inoltre, informazioni in modo che gli utenti possano acconsentire, ove del caso, al trattamento dei dati personali in modo esplicito e informato.

Titolare del trattamento

Il Titolare del trattamento dei dati è Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV – C.F.: 97315570826 – c/o MBE, C.P. 281, Via Costanza, 5, 20146 Milano, mail: italia@sosmediterranee.org

Per un elenco dettagliato dei Cookies che vengono raccolti Vi consigliamo di consultare la sessione dedicata ai cookies raccolti che troverete di seguito.

Finalità del trattamento

SOS Mediterranee intende utilizzare i Dati personali raccolti mediante il Sito Web per le seguenti finalità:

  • verificare l’identità e prestare assistenza all’utente, svolgere le operazioni e le iscrizioni richieste, contattare l’utente quando necessario e rispondere alle richieste e quesiti, consentire di acquistare prodotti, elaborare pagamenti con carta e prestare qualsiasi altro servizio richiesto dall’utente (erogazione servizi);
  • rispondere ad obblighi di legge (conformità legale);
  • prevenire e rilevare eventuali abusi del Sito Web o eventuali attività fraudolente svolte mediante il Sito Web (attività antifrode);
  • analizzare e migliorare i Servizi, potenziare il Sito Web, valutare l’efficacia delle attività di marketing e dei Servizi di SOS Mediterranee, condurre analisi statistiche e demografiche sui clienti aziendali e gli utenti registrati di SOS MEDITERRANEE (attività di analisi).

La fornitura di Dati personali per le finalità di cui sopra è opzionale. Tuttavia, la mancata fornitura dei dati richiesti (indicati se del caso come tali nel modulo di registrazione) potrà impedire agli utenti di completare la registrazione o di avvalersi dei rispettivi servizi.

Basi del trattamento e natura obbligatoria/discrezionale del trattamento

Le basi giuridiche per il trattamento dei Dati personali, conformemente alle finalità di cui sopra sono le seguenti:

  • Erogazione Servizi: il trattamento per questa finalità è necessario per l’erogazione dei Servizi e, di conseguenza, per l’esecuzione di un contratto sottoscritto con l’utente. Per questa finalità, l’utente non è tenuto a fornire i propri dati personali a SOS Mediterranee; tuttavia, in caso contrario, SOS MEDITERRANEE non potrà procedere all’erogazione dei Servizi.
  • Conformità legale: il trattamento per questa finalità è necessario ai fini dell’adempimento da parte di SOS MEDITERRANEE dei suoi obblighi giuridici. Quando l’utente fornisce i Dati personali a SOS MEDITERRANEE, questa è tenuta a trattarli conformemente alle leggi applicabili, che possono comprendere la conservazione e la segnalazione dei dati personali ad autorità ufficiali ai fini dell’adempimento di obblighi fiscali, doganali o altri obblighi giuridici.
  • Attività antifrode: il trattamento per questa finalità è necessario affinché SOS MEDITERRANEE possa perseguire i suoi legittimi interessi nel prevenire e rilevare attività fraudolente o l’abuso del Sito Web (per fini potenzialmente delittuosi);
  • Analisi: il trattamento per questa finalità è necessario affinché SOS MEDITERRANEE possa perseguire i suoi legittimi interessi nello sviluppo e l’amministrazione del Sito Web e il miglioramento dei Servizi forniti sul Sito Web.

Destinatari dei Dati personali

I Dati personali dell’utente potranno essere condivisi con le seguenti persone fisiche/giuridiche (“Destinatari”):

  • persone fisiche, società o imprese professionali che forniscono a SOS MEDITERRANEE consulenza riguardo a questioni contabili, amministrative, legali, fiscali, finanziarie e di recupero crediti in relazione alla fornitura dei Servizi e che operano generalmente come responsabili del trattamento per conto di SOS MEDITERRANEE;
  • entità incaricate della fornitura dei Servizi (ad es., soggetti terzi affiliati che offrono servizi e prodotti disponibili sul Sito Web);
  • persone fisiche autorizzate a provvedere alla manutenzione tecnica (ivi compresa la manutenzione delle attrezzature di rete e delle reti di comunicazioni elettroniche) espressamente autorizzate e vincolare a riservatezza.
  • persone fisiche autorizzate da SOS MEDITERRANEE a trattare i Dati personali necessari per svolgere attività strettamente connesse alla prestazione dei Servizi che hanno assunto un obbligo di riservatezza o sono soggette a un debito obbligo legale di riservatezza (ad es., i dipendenti di SOS MEDITERRANEE);
  • entità, enti o autorità pubblici a cui possono essere trasmessi i Dati personali dell’utente, conformemente alla legge applicabile o secondo ordini vincolanti di tali entità, enti o autorità.

Trasferimento dei Dati personali

I Dati personali dell’utente potranno essere trasferiti, ai fini della prestazione dei Servizi, a Destinatari ubicati in vari diversi paesi, compresi paesi all’esterno dell’Unione europea. SOS MEDITERRANEE adotta adeguate misure di tutela per garantire la liceità e sicurezza dei trasferimenti di Dati personali, ad esempio, facendo affidamento sulle decisioni di adeguatezza della Commissione europea o su altre garanzie o condizioni ritenute adeguate per i trasferimenti in oggetto.

Conservazione dei Dati personali

I Dati personali trattati ai fini dell’Erogazione dei Servizi saranno conservati da SOS MEDITERRANEE per il periodo ritenuto strettamente necessario per tali fini (in ogni caso, visto che tali Dati personali sono trattati ai fini della prestazione dei Servizi, SOS MEDITERRANEE potrà continuare a conservarli per un periodo più lungo che potrà essere necessario per tutelare gli interessi di SOS MEDITERRANEE legati all’eventuale responsabilità connessa alla prestazione dei Servizi).

I Dati personali trattati ai fini di “Conformità” saranno conservati da SOS MEDITERRANEE per il periodo previsto dall’obbligo legale specifico o dalla legge applicabile.

I Dati personali trattati ai fini di “Analisi “saranno conservati da SOS MEDITERRANEE per il periodo ritenuto strettamente necessario per i fini per i quali sono stati raccolti.

Una volta scaduti i termini di tali periodi, tutti i dati saranno cancellati o anonimizzati, a esclusione dei dati che per legge vanno conservati più a lungo.

Sicurezza

Tutti i Dati personali raccolti e trattati mediante il Sito Web saranno conservati e trattati in modo da minimizzare il rischio di distruzione, perdita (compresa la perdita accidentale), accesso/utilizzo non autorizzati o utilizzo incompatibile con la finalità iniziale della raccolta. Ciò viene conseguito con le misure di sicurezza tecniche e organizzative attuate da SOS MEDITERRANEE.

Diritti degli interessati

In qualità di persona interessata, l’utente può esercitare in qualsiasi momento i seguenti diritti nei confronti di SOS MEDITERRANEE:

  • ottenere la conferma circa l’esistenza dei Dati personali trattati da SOS MEDITERRANEE, la possibilità di accedere e avere una copia di tali dati;
  • aggiornare, modificare e/o rettificare i Dati personali se imprecisi o incompleti;
  • ottenere la cancellazione dei Dati personali qualora si ritenga che il loro trattamento non sia necessario o sia comunque illecito, rendere i Dati personali anonimi, bloccare i dati il cui trattamento è illecito o definire dei
  • limiti al trattamento;
  • opporsi al trattamento dei Dati personali, secondo le motivazioni connesse alla specifica situazione, perché l’utente ritiene che possano impedire a SOS MEDITERRANEE di trattare i Dati personali per una determinata finalità;
  • richiedere la limitazione del trattamento dei Dati personali se l’utente ritiene che i Dati personali trattati siano imprecisi o che il trattamento non sia necessario o sia illecito, oltre al caso di opposizione al loro trattamento;
  • portabilità: l’utente ha diritto a ottenere una copia dei Dati personali forniti a SOS MEDITERRANEE in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da macchina, oltre a richiedere la trasmissione di tali Dati personali a un altro titolare del trattamento.

I Dati personali forniti a SOS MEDITERRANEE possono essere modificati in qualsiasi momento.

Oltre che con i mezzi di cui sopra, è possibile esercitare in ogni momento i suddetti diritti inviando una richiesta scritta al all’indirizzo fisico e di posta elettronica: italia@sosmediterranee.org

Iscrizione alla Newsletter

 

INFORMATIVA BREVE SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI, ai sensi dell’art. 13 del Reg. (UE) 2016/679

La informiamo che il Titolare del trattamento dei dati da Lei forniti è Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV – C.F.: 97315570826 – c/o MBE, C.P. 281, Via Costanza, 5, 20146 Milano – mail:italia@sosmediterranee.org. Per l’informativa completa visiti il nostro sito: www.sosmediterranee.it.

La base giuridica del trattamento è il Suo Consenso espresso che potrà essere revocato in ogni momento. Le ricordiamo che il conferimento di tali dati personali da parte Sua è facoltativo ma, in caso di mancata indicazione di tutti i dati richiesti, non saremo in grado di fornirLe il servizio richiesto (ricezione informative elettroniche o cartacee relative alle iniziative promosse dall’associazione).

Il trattamento dei dati avverrà, da parte di nostro personale autorizzato con procedure, strumenti tecnici e informatici idonei a tutelare la riservatezza e la sicurezza dei Suoi dati. I Suoi dati non saranno comunicati a terzi. I Suoi dati non saranno diffusi. Tali dati saranno conservati per il tempo strettamente necessario a fornirLe il servizio richiesto, salvi ulteriori obblighi di conservazione previsti dalla legge, saranno eliminati subito dopo.

Avrà facoltà, in qualsiasi momento, di esercitare i diritti previsti dalla normativa vigente (artt 15-22 del Reg. (UE) 2016/679). Inoltre, ricorrendone i presupposti, avrà il diritto di proporre reclamo al Garante, quale Autorità di controllo, secondo le procedure previste (art. 77) o di adire le opportune sedi giudiziarie (art. 79).

Donazioni

 

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679

La informiamo che il Titolare del trattamento dei dati da Lei forniti è l’Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV – C.F.: 97315570826 – c/o MBE, C.P. 281, Via Costanza, 5, 20146 Milano – mail: italia@sosmediterranee.org

I dati da Lei forniti saranno utilizzati al solo fine di fornire il servizio richiesto.

Verranno archiviate le seguenti informazioni:

  • informazioni di contatto;
  • informazioni anagrafiche;
  • importi donati;
  • non sono raccolti dati particolari ai sensi degli artt. 9 e 10 del Regolamento (UE) 2016/679;
  • non sono salvate le vostre coordinate bancarie;
  • i dati bancari esclusivamente nel caso di domiciliazione bancaria;
  • Il codice fiscale è facoltativamente conferito dal donatore che intenda richiedere l’emissione di una ricevuta della sua erogazione liberale di contributo economico a fini di deducibilità fiscale.

Tali dati personali conferiti nel processo di donazione sono raccolti direttamente presso l’interessato (donatore). È utilizzata la piattaforma fornita da iRaiser che agisce in qualità di responsabile esterno del trattamento.

I dati personali sono trattati da personale autorizzato ed istruito per le seguenti finalità:

  • eseguire obblighi precontrattuali e contrattuali, e, nella fattispecie, gestire la donazione in tutte le sue fasi ed attività a ciò strumentali (quali, esemplificativamente, rendicontazione, comunicazioni sulla donazione e regolarità nella sua attivazione o variazioni comunicate dal donatore);
  • ottemperare a norme amministrative e di altro genere obbligatorie in forza di legge nazionale vigente o in virtù di decisioni dell’Unione Europea;
  • Invio di informazioni relative ad eventi ed iniziative finalizzate a sostenere l’Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV

La base giuridica del trattamento è:

  • l’art. 6, comma 1, lettera b), GDPR poiché il trattamento è finalizzato a adempiere a obblighi precontrattuali o contrattuali di cui è parte l’interessato. Nella fattispecie per dar corso alla donazione a favore dell’Associazione;
  • Per le finalità di cui al punto 2 la base giuridica è l’art. 6, comma 1, lettera c), GDPR poiché il trattamento è finalizzato a adempiere a obblighi legali cui il Titolare è soggetto;
  • Per le finalità di cui al punto 3 , la base giuridica è il “legittimo interesse” (art. 6, comma 1, lettera f), GDPR, considerando C47, GDPR e Opinion 09 aprile 2014, n. 6 del Working Party 29, par. III.3.1) della nostra associazione nel mantenere attivo il rapporto instaurato dal donatore che, sostenendoci con una donazione, ha manifestato gradimento e condivisione dei nostri principi e delle nostra iniziative e ragionevolmente si aspetta di ricevere informazioni e resoconti che riguardano temi di suo interesse.

Il trattamento dei dati avverrà, da parte di personale autorizzato da Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV con procedure, strumenti tecnici e informatici idonei a tutelare la riservatezza e la sicurezza dei Suoi dati.

Tali dati saranno conservati per il tempo strettamente necessario a fornirle il servizio richiesto, salvi ulteriori obblighi di conservazione previsti dalla legge, saranno eliminati subito dopo.

I Suoi dati non saranno diffusi.

Le ricordiamo che il conferimento di tali dati personali da parte Sua è facoltativo ma, in caso di mancata indicazione di tutti i dati richiesti, non saremo in grado di fornirle il servizio richiesto.

Avrà facoltà, in qualsiasi momento, di esercitare i diritti previsti dalla normativa vigente: ricevere conferma dell’esistenza dei Suoi dati personali e accedere al loro contenuto; aggiornare, modificare e/o correggere i Suoi dati personali; chiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima dei Suoi dati personali, nonchè la limitazione del trattamento; opporsi per motivi legittimi al trattamento; ricevere copia dei dati da Lei forniti e chiedere che tali dati siano trasmessi ad un altro titolare del trattamento. L’apposita istanza dovrà essere inviata Associazione SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV – C.F.: 97315570826 – c/o MBE, C.P. 281, Via Costanza, 5, 20146 Milano – mail:italia@sosmediterranee.org

Inoltre, ricorrendone i presupposti, avrà il diritto di proporre reclamo al Garante, quale Autorità di controllo, secondo le procedure previste (art. 77 del Regolamento) o di adire le opportune sedi giudiziarie (art. 79 del Regolamento).

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Nel febbraio 2017, il governo italiano, col supporto di diversi leader europei (vertice di Malta) sigla con le autorità libiche il Memorandum d’intenti, cornice giuridica per azioni successive come la creazione di una “guardia costiera” libica, il suo addestramento e la fornitura di mezzi (es. motovedette). Fin da subito l’accordo è criticato da organizzazioni internazionali che denunciano i legami fra guardia costiera e milizie, e le condizioni di vita di migranti e profughi bloccati in Libia.

A seguito di questo accordo, il Centro di coordinamento per i soccorsi libico (JRCC) diventa formalmente responsabile del coordinamento dei servizi di ricerca e soccorso nella propria regione SAR: da quel momento, le autorità europee fanno affidamento sui libici per bloccare le partenze. Solo tra il 2019 e il 2023, quasi 90.000 persone3 sono intercettate e riportate in quello che viene definito dai sopravvissuti “l’inferno in terra”.

Il risultato è una drastica diminuzione degli arrivi in Italia tra il 2017 e il 2018 (da circa 120.000 a 23.000 persone), curva che però poi tornerà nuovamente a crescere. I rimpatri forzati sottopongono di nuovo queste persone a trattamenti inumani e degradanti, nonostante la situazione nei campi in cui sono detenute in Libia è stata valutata da una Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite come probabili “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”. Queste intercettazioni contravvengono anche ai principi del diritto marittimo. che impongono di sbarcare i sopravvissuti di un salvataggio in un luogo sicuro, in cui tutti i bisogni fondamentali vengono soddisfatti e i diritti umani rispettati. La Libia non può essere considerata un “luogo sicuro”.

Inoltre, le autorità libiche si rivelano disfunzionali e non in grado di effettuare salvataggi efficaci e sicuri. Come risultato, ancora una volta, sempre più persone annegano.

Nello stesso 2017, alle ONG viene richiesto di sottoscrivere il cosiddetto “Codice di condotta Minniti” – dal nome dell’allora ministro dell’Interno italiano – che però non tiene in considerazione che le operazioni SAR si svolgono già secondo chiare normative internazionali: una mossa politica che avalla la narrazione criminalizzante sul soccorso in mare. Dal 2017 vengono avviate diverse indagini contro le navi ONG, per lo più conclusesi con assoluzioni o archiviazioni. Bloccare le ONG di ricerca e soccorso significa svuotare il Mediterraneo di soccorsi ed esporre così sempre più persone al rischio di annegare, e anche togliere alla società civile la possibilità di testimoniare e denunciare questa tragedia umanitaria.

Nel 2013, due tragici naufragi avvenuti a poche miglia dalle coste europee scuotono l’opinione pubblica: il primo, il 3 ottobre – data proclamata in seguito Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione – con 368 vittime accertate, 20 dispersi e 155 superstiti; e il secondo, pochi giorni dopo, l’11 ottobre, che causa 268 vittime, in prevalenza famiglie con bambini.

Questa missione fa sperare in un cambiamento nell’approccio vieni all’immigrazione e al soccorso in mare, ma così non succede perché Mare Nostrum viene chiusa nel novembre 2014 per la mancanza di supporto da parte di altri Stati europei e per le critiche, da diverse parti politiche, che la additano come pull factor. La missione italiana è sostituita da operazioni europee (Triton, EUNAVFORMED, Sophia e Irini) non sufficienti però a coprire le necessità di soccorso nel Mediterraneo e con obiettivi più securitari (controllo dei confini) che umanitari.

È in questo momento storico che numerosi comitati, associazioni e gruppi di cittadini in tutta Europa, mossi dallo sdegno e dall’incapacità di accettare così tante morti in mare, decidono di attivarsi con navi private, sia nel mar Egeo (sulla cosiddetta rotta orientale tra Turchia e Grecia) sia, soprattutto, nel Mediterraneo centrale. SOS MEDITERRANEE nasce proprio con questo spirito: dapprima vengono fondate le associazioni francese e tedesca (2015), poi quella italiana (2016) e infine quella svizzera (2017), le quattro “sorelle” che costituiscono il network SOS MEDITERRANEE.

Inizialmente, le ONG vengono accolte positivamente dall’opinione pubblica e dalle autorità marittime europee, italiane in particolare, e coordinamento e collaborazione sono all’ordine del giorno.

Nel giugno 2018, a seguito della chiusura dei porti italiani alle navi di soccorso, l'odissea della Aquarius, costretta a sbarcare a Valencia (Spagna) i 630 sopravvissuti a bordo, inaugura una lunga serie di blocchi in mare. Le navi, di qualsiasi tipo, rimangono bloccate per giorni, se non settimane, prima che alcuni Stati europei propongano una soluzione di sbarco ad hoc, con una distribuzione dei sopravvissuti in base a quote. Il diritto marittimo prevede invece che le navi debbano essere sollevate dalla responsabilità del soccorso il più rapidamente possibile e che i sopravvissuti siano trattati umanamente. In mare, le navi immobilizzate non possono soccorrere altre persone in pericolo. La capacità di soccorso si riduce ulteriormente e la mortalità aumenta, raggiungendo il tasso record del 5,6% (contro il 2,4% nel 2017) lungo l'asse Libia - Italia, nonostante il numero di attraversamenti fosse stato ridotto del 50%.

Le motivazioni fornite dall’allora governo sono essenzialmente due: diminuire le morti in mare e ricercare maggiore “solidarietà” da parte degli altri Paesi UE.

Entrambi gli scopi falliscono e soprattutto la mortalità sulla rotta aumenta, invece che diminuire4. Inoltre, tale pratica presenta non poche criticità, in primis perché ritarda inutilmente lo sbarco e dunque l’assistenza a terra ai sopravvissuti, andando in contrasto con quanto previsto dalle convenzioni marittime internazionali, che affermano che una nave deve essere sollevata quanto prima dalla sua responsabilità di salvataggio e che i sopravvissuti debbono essere trattati “con umanità”. Invece, il tempo medio di attesa di un porto per lo sbarco, in questo periodo, è di nove giorni.

SOS MEDITERRANEE è la prima organizzazione a vedere le conseguenze di questa linea politica: nel giugno 2018, alla Aquarius è impedito lo sbarco in un porto italiano e naviga per più di una settimana fino a Valencia, in Spagna, con 629 persone a bordo. Pochi mesi dopo, la Aquarius è privata della bandiera a causa di pressioni politiche, e di conseguenza impossibilitata a navigare. Dal 2019, SOS MEDITERRANEE opera nel Mediterraneo con la Ocean Viking.

Questa iniziativa franco-tedesca è oggetto di una promettente dichiarazione d'intenti firmata a settembre tra Italia, Malta, Francia e Germania. Tuttavia, il progetto pilota, che prevede un meccanismo sostenibile coinvolgendo altri Stati membri, non vede mai realmente la luce.

A settembre 2019, per la prima volta dal rifiuto di far sbarcare i 630 sopravvissuti della Aquarius nel giugno 2018, i porti italiani permettono a una nave di un'organizzazione non governativa di attraccare: si tratta proprio della nostra nuova nave, la Ocean Viking. Nasce dunque la speranza di un miglioramento della situazione di blocco delle navi umanitarie ma ciononostante, i casi di attesa e blocco in mare si moltiplicano con la negoziazione caso per caso della distribuzione dei sopravvissuti prima ancora dello sbarco.

Nel 2019, il numero di arrivi in Europa tramite le tre rotte migratorie mediterranee è il più basso dal 2015: 123.700 arrivi, rispetto a 141.500 nel 2018, secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), di cui circa 11.500 in Italia.

Nonostante questa significativa diminuzione degli arrivi negli ultimi tre anni, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) registra un pesante bilancio umano nel 2019. La maggior parte delle morti in mare nel Mediterraneo si verifica nella regione centrale, con 1.262 delle 1.885 morti registrate lungo le tre rotte migratorie mediterranee, senza contare le imbarcazioni scomparse senza lasciare traccia. La mortalità nel Mediterraneo centrale raddoppia rispetto al 2018, raggiungendo un tasso record del 4,78%, secondo l'OIM.

Nel 2020, i segni promettenti di un miglioramento della situazione di blocco delle navi umanitarie alla fine del 2019 e all'inizio del 2020 sono bruscamente cancellati quando la pandemia di Covid-19 raggiunge il continente europeo nel marzo 2020.

Non solo causa gravi interruzioni nell'accesso ai servizi medici e logistici nella maggior parte degli Stati europei, ma sconvolge completamente il mondo marittimo: chiusura delle frontiere europee, impossibilità di cambiare gli equipaggi, porti chiusi - in particolare alle navi da crociera - navi messe in quarantena. Molto rapidamente, diversi Stati membri dell'Unione europea come Malta e l'Italia annunciano ufficialmente che non sono più in grado di fornire un luogo sicuro o assistere nello sbarco delle persone soccorse in mare. Il governo di Tripoli dichiara ad aprile che i suoi porti non sono sicuri per lo sbarco a causa dei bombardamenti in corso. Per diverse settimane, le ONG di ricerca e soccorso operanti nel Mediterraneo centrale sono costrette a sospendere le loro attività.
Con la ripresa delle partenze e delle operazioni civili di soccorso, si osserva un cambio di passo - seppur solo apparente - nei confronti delle organizzazioni umanitarie.

Cambiato il Governo e dunque il ministro dell’Interno, a livello mediatico si “abbassano i toni” rispetto alla criminalizzazione pubblica delle organizzazioni umanitarie, a cui non viene più impedito lo sbarco in Italia; di contro però, non solo la durata degli stand off non diminuisce, ma si osserva un aumento del numero di controlli e fermi amministrativi delle navi civili di soccorso. In 15 mesi, tra il gennaio 2020 e il maggio 2021, le autorità italiane emettono ben 11 disposizioni di fermo amministrativo a seguito di controlli dello Stato di approdo (PSC), causando la mancanza di assetti civili di soccorso in mare per un totale di 494 giorni. Anche la Ocean Viking in quel periodo è colpita da un provvedimento amministrativo che la tiene lontana dall’area delle operazioni da luglio a dicembre 2020: il fermo più lungo subìto da SOS MEDITERRANEE. Una politica persecutoria finalizzata ad ostacolare l’operatività delle ONG, con la sola conseguenza di diminuirne fortemente la presenza in zone di emergenza, mentre fatali naufragi continuano drammaticamente a succedersi.

Al contrario, le imbarcazioni della guardia costiera libica ostacolano attivamente le operazioni di soccorso e la mancanza di coordinamento ha causato prolungate attese in mare per i soccorsi, oltre a mettere in pericolo vite umane. Dall’autunno 2022, con l’ennesimo cambio di Governo, le autorità italiane assegnano immediatamente il porto di sbarco, in osservanza delle norme sul soccorso in mare.

Ma se fino a quel momento destinazione delle navi civili sono stati i porti siciliani o calabresi, le autorità iniziano ad assegnare porti lontani migliaia di chilometri: Livorno, Ravenna, Ancona, La Spezia, Civitavecchia, Ortona, Genova. Questa politica ha di nuovo l’effetto di tenere le navi civili di soccorso lontane dal Mediterraneo centrale, dove le persone in fuga sono dunque più esposte al rischio di morte o di essere intercettate e forzatamente riportate in Libia.

Raggiungere un porto lontano significa prolungare il viaggio dei naufraghi, ovvero aumentare le sofferenze di persone vulnerabili e bisognose di assistenza a terra; per le ONG significa anche un incremento spropositato dei costi per il carburante.

Inoltre, va ricordato che il diritto internazionale del mare impone l’assegnazione di un porto il più possibile vicino, proprio per evitare inutili sofferenze alle persone soccorse. Nell’autunno 2022, il neoeletto governo interviene per impedire lo sbarco dei naufraghi a bordo di tre navi umanitarie (Humanity 1, Geo Barents e Ocean Viking), servendosi di provvedimenti interministeriali ad hoc: la Ocean Viking è tenuta “sospesa” in acque internazionali con centinaia di naufraghi a bordo per ben 21 giorni: il più lungo stand off della storia di SOS MEDITERRANEE. La nostra nave può infine sbarcare i sopravvissuti solo il 25 novembre a Tolone, in Francia.

Il nuovo decreto, non necessario dato che il soccorso in mare è già dettagliatamente regolato da norme internazionali, pone nuove limitazioni alle imbarcazioni civili di soccorso e sanzioni pecuniarie: tra queste, il dovere di recarsi “senza ritardo” nel porto di sbarco assegnato, scoraggiando così i “soccorsi multipli” e mettendo i Capitani nelle condizioni di violare il decreto o le disposizioni del diritto marittimo internazionale che impongono il soccorso. Tale imposizione, combinata con la prassi dei “porti lontani”, rappresenta un grave e ingiustificabile ostacolo al lavoro umanitario in mare, un deterrente per lo svolgimento di operazioni di soccorso complete e necessarie.

A luglio, la Ocean Viking ancora una volta subisce le ripercussioni di una politica di ostacolamento e viene nuovamente posta sotto fermo amministrativo a seguito di un Port State Control (PSC) - Controllo dello Stato di Approdo. Durante quest’anno, due tragici naufragi nel Mediterraneo tornano a scuotere l’opinione pubblica europea: nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, più di 100 persone muoiono a pochissime miglia dalle coste calabresi di Cutro (KR); poi a metà giugno, al largo della località greca di Pylos, perdono la vita oltre 500 persone, in quello che è stato il più grande naufragio nel Mediterraneo dal 2015. Nonostante l’ondata di sdegno generata, nessuno di questi due drammatici eventi ha portato a cambiamenti effettivi nell’approccio e nelle politiche sul soccorso in mare.

Nel luglio del 2023, l’Unione europea, attraverso una delegazione guidata dalla Commissaria Ursula Von Der Leyen, dalla Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e dal Primo Ministro olandese Mark Rutte, firma un Memorandum d’Intesa con la Tunisia, rappresentata dal Presidente Saied. Tale accordo è finalizzato a limitare le partenze verso l'Italia ed è un ulteriore tassello della politica europea di esternalizzazione della gestione delle frontiere. Subito dopo la firma di questo accordo, paradossalmente, le partenze dalla Tunisia subiscono una impennata senza precedenti. Questo incremento delle partenze è in realtà dovuto, anche, ad un serio deterioramento della sicurezza per le persone in movimento presenti sul territorio tunisino.

Nel febbraio 2023, il Presidente tunisino, Kais Saied, rilascia una dichiarazione dai toni discriminatori che finisce per scatenare sentimenti razzisti esistenti in una certa parte della popolazione tunisina ed innescare così una spirale di attacchi violenti ed espulsioni collettive, spesso in pieno deserto.

Il 27 luglio, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) dichiarano di essere "profondamente preoccupati per la sicurezza e il benessere di centinaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo in Tunisia, che rimangono bloccati in condizioni disastrose dopo essere stati portati in aree remote e desolate vicino ai confini del Paese con la Libia e l'Algeria. Altri sono stati spinti oltre i confini verso la Libia o l'Algeria. [...] Tragicamente, ci sono già notizie di perdite di vite umane tra il gruppo".

In un recente rapporto del luglio 2023, Human Rights Watch afferma che la Tunisia non è un luogo sicuro per la popolazione nera africana, che negli ultimi mesi è stata vittima di "pestaggi", "detenzioni arbitrarie" e "furti di denaro ed effetti personali" da parte delle autorità tunisine. Nelle stazioni di polizia, alcune vittime sono sottoposte a "scosse elettriche" e ad "arresti arbitrari basati sul colore della pelle". A questo riguardo, nell’agosto 2023 la Ocean Viking porta a termine diversi salvataggi di imbarcazioni partite dalla Tunisia: le testimonianze che abbiamo raccolto confermano le violazioni che lo stato tunisino perpetra nei confronti dei migranti, specialmente subsahariani.

Nel novembre 2023 la Ocean Viking è stata fermata per presunta violazione del "decreto Piantedosi". Dopo lo sbarco ad Ortona, avvenuto nella notte tra il 15 ed il 16 Novembre, le autorità italiane hanno ordinato 20 giorni di detenzione della Ocean Viking e inflitto a SOS MEDITERRANEE una multa di 3.300 euro per aver soccorso persone in pericolo nella zona SAR libica senza aspettare indicazioni dalle autorità locali. Il Capitano e la Coordinatrice delle Operazioni di Ricerca e Soccorso a bordo sono stati interrogati a lungo dalle autorità italiane in merito al secondo dei 3 salvataggi, che avrebbe comportato il ritardo all’arrivo al porto di Ortona. Il diritto internazionale non lascia spazio a dubbi: lasciare quei 34 naufraghi al loro destino in mezzo al mare sarebbe stato illegale, oltre che moralmente sbagliato.

Nel dicembre, la notte di capodanno, la storia si ripete: la Ocean Viking è nuovamente bloccata per presunta violazione del decreto. L'infrazione? Una minima deviazione della sua rotta, avvenuta al solo scopo di rendersi disponibile a prestare assistenza ad altre 70 persone in pericolo. Una variazione che comunque di fatto non ha causato alcun ritardo su un viaggio di quasi 3 giorni verso il porto disegnato per lo sbarco.