La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.
Più di 500 persone in pericolo in mare soccorse dalle navi civili nelle ultime quattro settimane
Fra il 19 e il 20 febbraio, a conclusione della sua prima missione del 2022, la Ocean Viking ha sbarcato a Pozzallo 247 persone soccorse in cinque diverse operazioni di salvataggio.
Il 19 febbraio la Sea-Watch 4 ha soccorso 129 persone nel corso di due operazioni. Il 25 febbraio è stato loro assegnato il porto di Trapani per lo sbarco dei sopravvissuti. Tuttavia, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, il 26 febbraio le autorità italiane hanno rediretto la Sea-Watch 4 verso Porto Empedocle.
Il 5 marzo Open Arms ha salvato 28 persone da un’imbarcazione di legno sovraccarica. Dopo una settimana di attesa a bordo, alla Open Arms è stato assegnato il porto di Augusta. Lo sbarco dei sopravvissuti si è concluso il 12 marzo.
Tra il 5 e il 6 marzo l’equipaggio di MSF a bordo della Geo Barents ha salvato 111 persone in due distinte operazioni di soccorso. Durante la prima operazione, 80 persone, tra cui donne e bambini, sono state salvate da un gommone alla deriva. La seconda operazione di salvataggio è avvenuta nella zona di ricerca e soccorso maltese dopo 6 ore di ricerca notturna in condizioni meteorologiche difficili.
Il 14 marzo le autorità italiane hanno indicato Augusta come porto sicuro per lo sbarco dei sopravvissuti a bordo.
Il 14 marzo la Sea Eye 4 ha annunciato la sua partenza verso il Mediterraneo centrale, dopo dieci settimane passate in cantiere.
Il 22 febbraio tre motovedette della Guardia Costiera italiana hanno soccorso 573 persone da due pescherecci sovraccarichi localizzati nella zona di ricerca e soccorso italiana in condizioni meteorologiche avverse. I sopravvissuti sono stati trasferiti sulla nave Diciotti, che li ha poi portati ad Augusta per lo sbarco. Durante l’operazione di salvataggio, è stato rinvenuto un corpo senza vita. Secondo i sopravvissuti, la vittima era deceduta giorni prima.
Un morto e 3 feriti nel corso di una tragica intercettazione da parte della guardia costiera libica
Secondo l’OIM, nelle ultime quattro settimane un totale di 1.370 persone sono state intercettate e rimpatriate in Libia con la forza: dal 13 al 19 febbraio sono state rimpatriate 632 persone, dal 20 al 26 febbraio 128 persone, dal 27 febbraio al 5 marzo 452 persone; infine, nel periodo dal 6 al 12 marzo, 158 persone.
Sea-Watch ha riferito di aver assistito a due intercettazioni, rispettivamente il 28 febbraio e il 5 marzo, dall’alto dei suoi due velivoli Seabird e Seabird 2.. Nel corso della seconda intercettazione Sea-Watch ha segnalato in quella zona la presenza del drone di Frontex.
Secondo InfoMigrants, nel corso di un’intercettazione avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 febbraio, la guardia costiera libica ha sparato verso un’imbarcazione con circa 80 persone a bordo. Una persona è morta e tre sono rimaste ferite. L’OIM ha condannato questo evento segnalando “l’uso eccessivo della forza da parte del Libyan Stabilization Support Apparatus (Apparato di supporto alla stabilizzazione della Libia)”.
Sabato 19 febbraio Pilotes Volontaires ha denunciato una “violenta e pericolosa” intercettazione di un’imbarcazione da parte della guardia costiera libica nella zona di ricerca e soccorso maltese. Secondo la ONG francese, 5 persone sarebbero cadute in mare.
Segnalati numerosi naufragi nelle ultime 4 settimane
Secondo InfoMigrants, almeno 50 persone sono morte in un drammatico naufragio avvenuto il 27 febbraio al largo delle coste di Sabratha. Nei giorni successivi, più di una dozzina di corpi sono stati rinvenuti sulle coste libiche.
Il 28 febbraio, il Ministero della Difesa tunisino ha riferito che almeno nove persone, che tentavano di raggiungere l’Italia attraverso il Mediterraneo, sono morte durante un naufragio al largo della Tunisia; altre nove sono state soccorse dalla guardia costiera tunisina.
Secondo il Guardian, almeno 19 persone sono state dichiarate disperse dopo che la loro imbarcazione si è capovolta il 12 marzo, al largo delle coste libiche. Sembra che l’imbarcazione fosse salpata dalla città di Tobruk, nell’est della Libia. Tre migranti sopravvissuti al naufragio sono stati portati in ospedale.
Dall’inizio del 2022, almeno 193 persone sono state dichiarate morte o scomparse nel Mediterraneo centrale, mentre 3.091 sono state intercettate e riportate con la forza in Libia.
I diritti umani si applicano anche in mare
Il primo marzo l’ONG Human Rights at Sea ha pubblicato la “Dichiarazione di Ginevra sui diritti umani in mare” ribadendo che “i diritti umani vanno applicati in mare così come a terra”. La Dichiarazione fornisce una guida pratica su “come individuare, correggere ed eliminare le violazioni dei diritti umani in mare”. La ONG britannica sta al momento cooperando con le Nazioni Unite al fine di promuovere la messa in atto della Dichiarazione.
Foto in copertina: Flavio Gasperini / SOS Mediterranee
Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.