La seguente pubblicazione di SOS MEDITERRANEE vuole far luce sugli eventi che si sono verificati nel Mediterraneo centrale nelle ultime due settimane. «Sguardo sul Mediterraneo» non è inteso come un aggiornamento esaustivo, ma si propone di trattare le questioni relative alla ricerca e soccorso che si verificano nell’area in cui operiamo dal 2016, sulla base di rapporti di diverse ONG, organizzazioni internazionali e articoli dalla stampa internazionale.
Impossibile conoscere il numero dei morti. Continua l’ecatombe di vite umane nel Mediterraneo centrale
Nonostante le condizioni meteorologiche instabili che portano cambiamenti improvvisi delle condizioni del mare, uomini, donne e bambini sono costretti a tentare la pericolosa traversata del Mediterraneo centrale. Gli ultimi quindici giorni sono stati particolarmente drammatici.
Un primo naufragio in cui hanno perso la vita almeno 40 persone è avvenuto tra giovedì 15 e venerdì 16 aprile al largo della Tunisia, come confermato dalla guardia costiera tunisina. L’imbarcazione era partita dalla città tunisina di Sfax nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Un’altra barca, partita da Sfax lo stesso giorno, con 17 persone a bordo è invece riuscita a raggiungere Lampedusa, secondo quanto riferito da Mediterraneo Cronaca. Pochi giorni dopo, il 20 aprile, circa 45 persone sono state soccorse e portate in salvo al largo di Lampedusa dalla Guardia di Finanza.
Tragica è la notizia della morte di una donna e un bambino trovati senza vita a bordo di un gommone sovraccarico che è stato intercettato dalla Guardia Costiera libica Il 21 aprile. Le altre 103 persone che erano a bordo sono state dunque ricondotte forzatamente in Libia.
Il giorno dopo, il 22 aprile, l’equipaggio della Ocean Viking e quello di una nave mercantile hanno assistito alle conseguenze di un terribile naufragio che ha causato fino a 130 morti nella regione libica di ricerca e soccorso. Dopo aver cercato senza successo un’altra imbarcazione in difficoltà per tutta la giornata di mercoledì 21 aprile, la Ocean Viking ha cercato questo caso di emergenza il giovedì insieme a tre navi mercantili, la M/V ALK, M/V MY ROSE e M/T VS LISBETH. Due chiamate MAYDAY erano state inviate a tutte le navi nella zona mercoledì sera da un aereo non identificato – che possiamo ora supporre essere stato un aereo di Frontex, secondo le informazioni fornite dall’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Giovedì, ciò che abbiamo trovato nella zona era il relitto semiaffondato di un gommone, circondato dai corpi di alcune delle circa 130 persone che erano a bordo. Leggi il riassunto completo degli eventi e dell’assenza di coordinamento e condivisione delle informazioni da parte delle autorità marittime all’Ocean Viking qui.
In reazione a questa drammatica vicenda, SOS MEDITERRANEE, insieme alle altre organizzazioni civili di ricerca e soccorso presenti in Italia, ha chiesto pubblicamente un incontro con il primo ministro Mario Draghi, per discutere alternative alle attuali politiche di – non – coordinamento del soccorso in mare nel Mediterraneo centrale.
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), due cadaveri si sono arenati sulle coste libiche il 22 aprile. È impossibile purtroppo sapere cpn certezza dove e quando queste persone hanno perso la vita.
Nei giorni successivi, quasi 30 persone avrebbero raggiunto Lampedusa su due imbarcazioni partite dalla Tunisia nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 aprile.
Il 27 aprile, a seguito di richieste di soccorso ricevute e trasmesse da Alarm Phone, l’equipaggio della Ocean Viking ha soccorso e portato in salvo 236 uomini, che ora sono tutti al sicuro a bordo della nostra nave.
Il giorno dopo, il 28 aprile, il nostro team era pronto a lanciare un’operazione di salvataggio per circa 80 persone in difficoltà su un gommone quando la guardia costiera libica è arrivata sulla scena e ha proceduto a intercettare il gommone, operando un vero e proprio respingimento, in violazione di quanto previsto dal diritto internazionale umanitario. Quando le è stato ordinato di cambiare rotta e lasciare l’area, la Ocean Viking si è diretta verso una seconda imbarcazione in difficoltà, che allo stesso modo è stata intercettata dal pattugliatore Fezzan della guardia costiera libica prima che la nostra nave potesse raggiungere i naufraghi. L’OIM Libia ha confermato che un totale di 108 persone sono state respinte illegalmente in Libia. Secondo la portavoce dell’OIM Safa Msehli, tutti sono stati portati in centri di detenzione, comprese le donne e i bambini.
Traversate in mare dalla Turchia: Più di 200 persone salvate dalle autorità italiane
Sabato 24 aprile, 119 persone che cercavano di raggiungere l’Italia su un peschereccio sono state salvate da tre motovedette e un aereo della Guardia Costiera italiana e da una nave mercantile. L‘imbarcazione in difficoltà è stata scortata per più di 24 ore e infine rimorchiata a riva a Roccella Jonica, in Calabria, dalla Guardia Costiera, dopo che il suo motore si è spento e il peschereccio ha rischiato di capovolgersi in un mare molto mosso con un vento fino a 40 nodi. Secondo Avvenire, dopo aver avvistato l’imbarcazione nella regione italiana di ricerca e soccorso, il Centro italiano di Coordinamento dei Soccorsi (MRCC) ha schierato le tre motovedette e gli aerei e ha dato istruzioni a una nave mercantile vicina di procedere verso il caso di emergenza e stabilire un contatto.
I 119 sopravvissuti sarebbero partiti tutti dalla Turchia, così come le due barche a vela con a bordo più di 100 persone, soccorse il 26 aprile dalle autorità italiane al largo del Salento, come riferito da Rai News.
Sea Watch 4 e Sea Eye 4 riprendono il mare, mentre la Open Arms viene bloccata in Sicilia
La Sea Watch 4 della ONG tedesca Sea Watch è in viaggio verso la regione libica di ricerca e soccorso dopo essere partita da Burriana, in Spagna, venerdì scorso. La Sea Watch 4 era stata trattenuta la scorsa estate dopo la sua prima missione nel Mediterraneo centrale durante la quale il team a bordo ha salvato più di 350 persone in difficoltà in mare. Il fermo è stato sospeso da un provvedimento provvisorio di un tribunale amministrativo siciliano.
Una nuova nave di soccorso civile, la Sea Eye 4 che la ONG tedesca Sea Eye ha acquistato con la collaborazione dell’alleanza della società civile United4Rescue, è attualmente in viaggio da Burriana, Spagna, dove è stata preparata per la sua prima missione in mare.
Nel frattempo, la Open Arms della ONG spagnola Proactiva-Open Arms ha ricevuto un ordine di fermo dopo un controllo dello Stato di approdo durato 17 ore nel porto di Pozzallo, il 17 aprile scorso.
Il nostro “Sguardo” resta sul Mediterraneo. Per garantire testimonianza di quel che avviene nel Mediterraneo Centrale e per onorare i morti e i dispersi. Continuiamo a osservare e a raccontare.