Aggiornato al 18 maggio, ore 11:30
Settimana dal 11 all’18 maggio. Circa 300 persone salvate in mare nelle ultime settimane sono attualmente in attesa di sbarcare in un porto sicuro, a bordo di tre navi private, due barche turistiche noleggiate dal governo maltese, mentre le autorità italiane hanno organizzato un traghetto per la quarantena delle persone soccorse. Alcuni dei sopravvissuti sono rimasti bloccati in mare per più di due settimane. Nel frattempo, due navi di soccorso delle ONG, Aita Mari e Alan Kurdi, rimangono sotto fermo amministrativo da parte delle autorità italiane. Attualmente non sono operative navi di ONG di ricerca e di soccorso nel Mediterraneo centrale.
Situazione nel Mediterraneo centrale
Alarm Phone, una hotline civile per le persone in difficoltà in mare ha pubblicato un allarme di soccorso il 17 maggio, riguardo una barca in pericolo nella zona di ricerca e soccorso maltese, con circa 50 persone a bordo. Secondo alcuni media, la barca sarebbe stato soccorsa nella zona SAR maltese da un peschereccio, anche se non vi è ancora alcuna conferma ufficiale che sia la barca menzionata da Alarm-Phone che aveva richiesto il soccorso o se si tratterebbe di un’altra imbarcazione. Secondo Malta Today, il peschereccio maltese “Tremar” ha condotto un salvataggio di circa 70 persone domenica 17.
Il 17 maggio, una nave italiana prevista per la quarantena delle persone salvate in mare, la “Moby Zazà”, è arrivata a Lampedusa da Porto Empedocle, in Sicilia. Nel momento in cui inviamo questo aggiornamento, il numero attuale di persone a bordo della nave non è stato confermato dai media. Secondo il Giornale di Sicilia, 68 persone arrivate a Lampedusa questo fine settimana sono salite a bordo del “Moby Zazà”, mentre il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura ha riferito che altri 53 sopravvissuti – arrivati autonomamente a Lampedusa da 2 diverse imbarcazioni durante la settimana – sono stati trasferiti a bordo.
Secondo Mediterraneo Cronaca, 53 persone arrivate in barca in modo autonomo a Lampedusa il 12 maggio hanno trascorso la prima notte sul molo Favarolo all’addiaccio prima di essere temporaneamente trasferite in un alloggio fornito dalla Chiesa.
Nel frattempo, 162 persone salvate in acque maltesi rimangono bloccate su due navi da crociera turistiche noleggiate dal governo maltese, alcune da più di due settimane. Le due navi di Captain Morgan sono tenute al largo delle coste maltesi fino a quando gli Stati membri dell’UE non concorderanno un piano di ricollocazione, secondo il governo maltese (Sguardo nel Mediterraneo 5). La settimana scorsa, una delle due navi, la “Bahari”, è stata sostituita da una più grande, la “Atlantis”. (Times of Malta).
I rappresentanti di tre ONG maltesi hanno scritto una lettera congiunta al Commissario europeo per gli Affari interni Ylva Johannson, esortando l’UE ad intervenire presso le autorità maltesi e a trovare una soluzione rapida per le persone bloccate a bordo delle navi del Captain Morgan (Malta Today).
In un comunicato stampa, l’OIM ha espresso serie preoccupazioni in merito alla sorte delle navi in pericolo e dei cosiddetti “naufragi invisibili”, mentre le misure adottate dai governi in risposta al COVID-19 includono la chiusura di porti, ritardi nello sbarco e una ridotta presenza di mezzi di ricerca e salvataggio. Il Progetto IOM Missing Migrants ha registrato 258 persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo nel 2020.
Deterioramento della situazione in Libia
Nella sua relazione sulla Libia al Consiglio di sicurezza, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto “un immediato cessate-il-fuoco nei combattimenti in Libia” ed ha espresso “preoccupazione per le continue violazioni dell’embargo sulle armi”. Guterres ha condannato fermamente il bombardamento indiscriminato di civili e siti civili e ha ribadito la necessità di indagini credibili sulle presunte violazioni sistematiche del diritto umanitario internazionale e del diritto dei diritti umani. Ha chiesto che le persone detenute arbitrariamente o altrimenti illegittimamente private della libertà siano rilasciate immediatamente e incondizionatamente (Libya Herald).
Le capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale sono attualmente al minimo. Sophie Beau, co-fondatrice e direttrice di SOS MEDITERRANEE France, ha detto ad AFP, che “ora, dato che non ci sono più testimoni a mare, non conosciamo l’entità della possibile tragedia in atto”. Nello stesso articolo, Vincent Cochetel, inviato speciale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per il Mediterraneo centrale, ha detto che le partenze dalla costa libica sono quasi quadruplicate rispetto allo stesso periodo di un anno fa, con 6.629 tentativi di raggiungere l’Europa tra gennaio e la fine di aprile. “Che a mare ci sia o meno la presenza di navi di salvataggio, non ha alcuna influenza sulle partenze. Questo periodo di coronavirus l’ha ampiamente dimostrato” , ha sottolineato Cochetel (Euractiv).
Di fronte a questa situazione particolarmente grave nel Mediterraneo centrale, i team di SOS MEDITERRANEE si adoperano affinché l’Ocean Viking riprenda le sue operazioni di salvataggio il più rapidamente possibile. Stiamo formando una nuova squadra medica a bordo per prendersi cura dei futuri sopravvissuti, per proseguire l’attuazione dei protocolli di prevenzione contro il Covid-19 e per prepararci al meglio a riprendere la nostra missione urgente e fondamentale: salvare vite in mare.